Questo testo può essere considerato un'opera fantastica, un thriller o una fiaba. Perché tutto dipende dalla nostra griglia di lettura. Un romanzo sociale, o un melodramma senza musica. È un dramma dal tono popolare in cui si accumulano colpi di scena che nessuno si aspetta. È un thriller moderno, la suspense sorprenderà il lettore.
Antonio è un immigrato italiano, è arrivato in Francia 30 anni fa, ha circa cinquant'anni. Viene da Mezzo, nel sud Italia. Le manca, il suo cuore è ancora lì, la Francia non è una scelta, ma una necessità.
Vive nella periferia di Parigi, a Montreuil, in Seine Saint-Denis. Lavora nel servizio fognature della città di Parigi, contratti di lavoro a tempo determinato di sei mesi, non li conta più. Negli ultimi 20 anni ha raggiunto il traguardo dei quaranta contratti.
È un eroe suo malgrado, non ha la stoffa, è un individuo senza cuore, rivela empatia verso chi non ha nulla. Non è un ragazzo muscoloso e senza cervello.
Ogni mattina va a Parigi in metropolitana, nell'undicesimo arrondissement di Parigi. La Parigi storica gli apre le porte. Il Faubourg Saint-Antoine, la Place de la Bastille, la Petite e la Grande Roquette e il Boulevard de Ménilmontant appartengono al mondo, questi luoghi sono legati alla storia. La presa della Bastiglia simboleggia la caduta dell'arbitrarietà, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Non importa dove vada, il passato gli strizza l'occhio, altri nomi continuano la meraviglia, il cimitero di Père Lachaise, Beaubourg, la palude. Questi sono luoghi emblematici della capitale.
Ma la storia si svolge sottoterra. È la città sotterranea senza Parigi degli scarafaggi, dei topi, dei cattivi odori, il sole è assente, una luce pallida illumina i muri. Jean Valjean lo ha attraversato. Qui non stiamo parlando della pedonalizzazione della capitale.
All'alba, in piazza della Roquette, incontra una senzatetto, è una donna, si chiama Marcelle. La vita dall'altra parte della strada ha sbiadito il suo splendore, è un fiore che ha perso la sua bellezza. Il suo viso opaco e senza risate genera pietà. Parla con lei del passare del tempo. Le mette accanto una pagnotta senza dire una parola e se ne va.
Il suo lavoro consiste nel monitorare, riparare le tubature, mantenere le fogne, il cattivo odore gli dà fastidio, la sera prende aria, respira. L'aria parigina gli permette di scacciare i cattivi odori di questa città sotterranea. Parla di un abisso ogni volta che scende.
Un giorno, vede un'ombra, si convince che sia il fantasma di Jean Valjean, Victor Hugo scrisse che era sindaco di Montreuil. L'ombra trascina una zampa, anche Jean Valjean.